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Ipertrofia prostatica

La prostata è una ghiandola presente nel maschio, situata al di sotto della vescica, ed attraversata al centro dalla prima porzione dell’uretra (il condotto che porta l’urina dalla vescica all’esterno). La funzione della prostata è quella di produrre la gran parte del liquido seminale, che si riversa nell’uretra durante l’eiaculazione. Generalmente, il peso medio della prostata è di circa 20-30 grammi.

L’ipertrofia prostatica benigna (IPB) è una condizione in cui la ghiandola prostatica si ingrandisce in modo anomalo, causando sintomi urinari e, talvolta, problemi sessuali negli uomini. Le cause esatte dell’IPB non sono ancora del tutto note, ma si ritiene che nello sviluppo di tale patologia possano incidere fattori ormonali, genetici e ambientali. L’età avanzata è un fattore di rischio significativo per l’IPB, con la maggior parte dei casi che si verificano dopo i 50 anni di età.

I principali sintomi dell’IPB possono includere difficoltà a iniziare la minzione, riduzione dell’intensità del flusso urinario, bisogno impellente di urinare, frequenza urinaria aumentata sia di giorno (pollachiuria) che di notte (nicturia) e la sensazione di non riuscire a svuotare completamente la vescica dopo la minzione.

La diagnosi dell’IPB può richiedere diversi accertamenti. Il primo è sicuramente la visita urologica, che con l’esplorazione digito-rettale permette di palpare direttamente la prostata e di apprezzarne dimensioni e consistenza. L’ecografia prostatica (sovrapubica o transrettale) e vescicale, sono sondamentali per misurare le dimensioni della ghiandola e per verificare il residuo post minzionale vescicale, mentre il PSA è utile nella diagnosi differenziale del tumore prostatico. Esami meno richiesti, ma utili, possono essere l’uroflussometria e l’esame urodinamico: permettono di valutare il comportamento dell’apparato urinario durante la minzione. Danno informazioni circa l’entità e la velocità del flusso dell’urina, la funzione della vescica, ed altri parametri utili a quantificare la sintomatologia del paziente.

Il trattamento dell’IPB dipende dalla gravità dei sintomi e dall’impatto sulla qualità della vita del paziente. Opzioni di trattamento non chirurgiche comprendono farmaci per ridurre le dimensioni della prostata e migliorare i sintomi urinari “rilassando” il collo vescicale e pertanto allargando la porzione di uretra compressa dalla prostata stessa. In casi più gravi o se le terapie mediche non sono efficaci, può essere necessario un intervento chirurgico per ridurre le dimensioni della prostata ed in particolare asportare la sua porzione centrale. Questi sono interventi mini-invasivi, condotti mediante l’utilizzo di un endoscopio attraverso l’uretra del paziente fino alla prostata ingrossata. Successivamente, viene utilizzato uno strumento per rimuovere piccoli frammenti di tessuto prostatico in eccesso, attraverso piccole incisioni interne. L’intervento mini-invasivo classico prende il nome di resezione transuretrale della prostata (TURP), mentre tra le sue varianti più famose vi sono la ThuLEP (che prevede l’utilizzo del laser al Thullio) e la vaporizzazione al plasma (TURis-PVP). Queste procedure sono generalmente ben tollerate e hanno un basso rischio di complicanze. Richiedono un breve ricovero in ospedale, seguito da un periodo di recupero di alcuni giorni.

Presso l’U.O. di Urologia dell’Ospedale San Martino di Genova effettuiamo interventi mini-invasivi di TURP, ThuLEP e TURis-PVP utilizzando laser e strumenti tra i più innovativi.